Lele Photographer

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La Smart-Photography

Sono ormai diversi anni che i cellulari includono una fotocamera. Però ora si sono create le condizioni per renderli degli strumenti fotografici efficaci. Moltissimi modelli di smartphone, montano fotocamere con una risoluzione sufficientemente elevata da permettere stampe di grandi dimensioni. Gli schermi grandi rendono più facile l’inquadratura in assenza di un mirino. Le applicazioni, non quelle per il ritocco ma proprio quelle dedicate al momento dello scatto, consentono di selezionare accuratamente (anche in combinazione all’ampio schermo) il punto di messa a fuoco e il punto per cui esporre. Questi avanzamenti tecnici costituiscono una cassetta degli attrezzi basilare che dà a ciascun proprietario di smartphone ciò che gli serve per fare belle foto anche con il suo cellulare. Leggendo su giornali, blog o siti di fotografia troverai sempre citati i numeri enormi di foto caricate ogni giorno dai cellulari sui vari siti di condivisione. Per questo io non voglio dare numeri che potrebbero esser inesatti oggi.

I più scettici possono tranquillamente liquidare la smartphotography come l’ennesima infatuazione legato ad una nuova tecnologia. In parte, sarà sicuramente così. Ci sono però due aspetti estremamente significativi che ne fanno qualcosa di più di una moda. Prima di tutto, l’effetto di democratizzazione della fotografia. La fotografia digitale, di per sé ha reso più facile e più economico fare belle foto. Molti professionisti la maledicono ancora per questo.

La possibilità di fare foto eccezionali anche con il cellulare ha dato un enorme potere creativo a chiunque ne abbia uno in tasca. Tra l’altro, al giorno d’oggi grazie alle numerose offerte non serve neanche sborsare cifre allucinanti per possederne uno smatphon di qualità sufficiente (dal punto di vista fotografico). In secondo luogo, e su questo voglio soffermarmi, la smart photography ci riporta agli albori della fotografia moderna, ad un modo di fotografare vicino a quello di alcuni dei primi fotografi di strada e di reportage.

 

 

 

Come comportarti per ottenere belle foto con il cellulare

Il numero di parametri, di impostazioni su cui puoi giocare al momento dello scatto è tremendamente più piccolo rispetto a quando usi una reflex o una compatta avanzata o una mirrorless.

Non puoi zoomare, non puoi cambiare l’apertura e il tempo di posa, devi per forza avvicinarti ai soggetti se vuoi che riempiano l’inquadratura, non puoi fotografare se la luminosità scende. Devi quindi concentrarti sugli elementi fondamentali della scena e assecondarla cambiando le tue scelte. Proprio come fanno tutti i fotografi dalla nascita di quest’arte.

Ecco le cose che sono sempre importantissime ma riguadagnano la centralità nella fotografia con gli smartphone:

  • la luce, che devi conoscere e riconoscere con precisione per assicurarti che la foto funzioni,
  • la composizione, devi sempre considerare posizionamenti ed equilibri delle figure delle linee presenti ed assenti nell’immagine,
  • l’attenzione allo sfondo, (rientra un po’ la composizione) perché con poco sfocato e l’angolo di campo elevato tipico del lunghezze focali ridotte “si vede tutto”,
  • zoomare con i piedi, una pratica consigliata pressoché da ogni fotografo per imparare a essere dento la scena, resa obbligatoria dall’assenza di zoom,
  • studiare e conoscere la scena e i soggetti, per prevederne i cambiamenti, i movimenti e fotografare al momento giusto tenendo conto del ritardo di scatto.

Saper gestire bene questi aspetti di una fotografia, significa essere bravi fotografi. Sono aspetti cruciali indipendentemente dallo strumento che usi per fotografare.